Il Progetto Life AForClimate negli scorsi mesi ha proposto un questionario con l’obiettivo di comprendere la percezione degli addetti ai lavori del settore forestale a riguardo dell’impatto del cambiamento climatico sulle foreste e la loro opinione rispetto a possibili soluzioni per aumentarne l’adattamento.
Come già descritto in una precedente news, il questionario ha visto una grande partecipazione, con ben 246 risposte provenienti da tutta Italia e da differenti tipologie di stakeholder.
In questa news pubblichiamo i risultati relativi alla percezione del problema e alla preoccupazione rispetto ai possibili fattori di rischio.
Per quanto riguarda la percezione del problema, il cambiamento climatico preoccupa molto gli addetti ai lavori del settore forestale, sia nel breve che nel medio e soprattutto nel lungo periodo. A breve termine (entro 20 anni) secondo il 68% delle risposte l’impatto sarà negativo, mentre a lungo termine (oltre 50 anni) l’impatto sarà addirittura molto negativo per il 47% del campione. Solo una parte decisamente minoritaria considera che il cambiamento climatico avrà un impatto positivo o non avrà alcun impatto sulla funzionalità degli ecosistemi forestali.
Per quanto riguarda la preoccupazione verso alcuni specifici fattori di rischio è interessante analizzare le risposte per le tre differenti aree geografiche indagate (alpina, appenninica e mediterranea).
Per l’area alpina, uno dei fattori di rischio che più preoccupa è l’aumento di tempeste di vento, risultato probabilmente enfatizzato dalla recente tempesta Vaia. Tuttavia preoccupano molto anche l’aumento di patogeni, l’innalzamento del rischio incendi, lo stress idrico e gli estremi termici.
Per l’area appenninica e mediterranea l’aumento del rischio incendi è considerato il principale fattore di rischio, ma destano preoccupazione anche l’aumento di patologie, lo stress idrico e il fallimento delle fasi di rinnovazione.